lunedì 18 agosto 2008

Nell’attuale regime mediatico, dove televisione, giornali ed internet la fanno da padroni, esiste ancora un’opinione pubblica?

Che opinione pubblica è quella fondata sul racconto di come la pensa la maggioranza da una parte, di come la pensa la minoranza dall’altra e di quello che fa il governo?
Cioè, si può formare opinione prendendo da tre verità interessate e di parte?
E questo è il ruolo dell’informazione, cioè quello di raccontare asetticamente quello che propinano i potenti, gli unici con diritto di tribuna?
In questo modo, chi dovrebbe fare informazione, è portato a trascurare il fatto, a non analizzarlo e, in definitiva, trasmette all’opinione pubblica un’interpretazione della realtà filtrata dagli interessi della maggioranza, della minoranza e del governo.
Così l’unica opinione pubblica che si può formare è quella dettata dall’agenda del potente di turno: paradossalmente si è portati ad avere un pensiero unico proprio in nome del pluralismo e della neutralità dell’informazione!
Risultato complessivo è l’omologazione delle proposte esistenziali delle avverse parti socio-politiche e l’avanzante scomparsa di una visione di vita alternativa a quella, a sua volta ormai comune, di maggioranza ed opposizione, da tempo accomunate da una sorta d’abbraccio mediatico fondato su modelli indistinti e condivisi.
A me pare che le cose stiano così, ma sarebbe opportuno sentire altre campane….

Andrea Volpe