giovedì 9 ottobre 2008

Cosa si può fare per gli ultimi?

Cosa si può fare per gli ultimi?

A Palermo si è nuovamente riaccesa l’annosa questione dei “senza tetto” e la cattedrale è di nuovo occupata, oserei dire tra l’indifferenza generale!
Mi pare che sul problema degli ultimi c'è un generale fraintendimento, a Palermo come anche nel resto d'Italia, che conduce a due prospettive divergenti: o gli ultimi vengono ignorati, se non addirittura repressi, in attesa che chi sa quale atteso progresso socio-economico porti alla loro spontanea estinzione, oppure vengono considerati come una sorta di categoria protetta ai quali è concesso poter far tutto con la solidale tolleranza dei più illuminati.
Entrambe le prospettive, sebbene divergenti, hanno paradossalmente un punto in comune, che è “il non fare nulla” a livello pratico per intervenire e risolvere la questione alla radice.
In questi giorni, in cui i potenti del pianeta sono impegnati a dare fondo alle riserve finanziarie statali per salvare i ricchi della terra (e non lo dico con disappunto, ma come uno dei compiti di chi ha la responsabilità di gestire l'economia mondiale), non si trovano amministratori di buona volontà che sappiano affrontare in modo decoroso, il problema dei poveri, che stanno sotto la propria casa, avviando soluzioni virtuose in grado di "convertire" la loro visione di vita e di fornir loro i mezzi per risollevarsi dallo stato di indigenza nel quale versano?
Lo scontatissimo adagio: «Se vedi un uomo che ha fame, non gli dare un pesce, ma insegnagli a pescare», qui è quanto mai opportuno.
Certo è più faticoso ed impegnativo insegnare a pescare rispetto ad un’occasionale elemosina, ma è risolutivo del problema e, nello specifico, più rispettoso della dignità umana.

Andrea Volpe

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