giovedì 4 marzo 2010

Lettera aperta ai Siciliani di buona volontà

Di tanto in tanto penso che a tutti venga spontaneo interrogarsi su chi o che cosa stia all’origine della nostra permanente e deprimente situazione socio-politica isolana.
Mi pare che tutti possiamo convenire che le maggiori responsabilità della situazione attuale della Sicilia nello specifico, e del Meridione più in generale, possano essere individuate nella nostra classe politica e nei potentati socio-economici locali.
Più difficile e più duro mi viene "ex abrupto" affermare che le stesse responsabilità debbano essere individuate in maniera diffusa nel nostro popolo.
Certo, troppo spesso assistiamo a situazioni per le quali i nostri conterranei si vendono per un tozzo di pane, che spesso non viene nemmeno dato!
Ma non è facile comprendere se questo sia la causa o l'effetto del malcostume della classe dirigente locale.
Certamente manca un forte soggetto politico che impersoni questi sentimenti e che senza arroganze, ma con fermezza per lo meno pari a quella mostrata da chi ci ha voluto e che continua a volerci in queste condizioni, sostenga le ragioni di un protagonismo del Sud, che innegabilmente fino ad oggi è stato mortificato e soffocato con la complicità di tutte le classi dirigenti, che abbiamo fin qui espresso.
Penso che oggettivamente dovremmo cominciare a mettere sotto accusa, nel senso che dovremmo da subito "mollare", praticamente la totalità dei politici attuali.
Ma siamo in grado di farlo?
Ce la faremo mai oppure non ne abbiamo nemmeno la voglia di farlo?
Certo, il fatto che nel Pdl siciliano tutto si muove solo se lo vuole Berlusconi (e Tremonti...) e che nel Pd la segreteria di Lupo è stata decisa a Roma da Bersani e Marini, la dice lunga su cosa abbiamo di fronte!
Lo chiedo a tutti quelli che affermano di avere a cuore la sorte dei nostri conterranei: siamo pronti a scaricare ora tutti i nostri referenti politici per cercare altre possibilità?
Siamo disponibili ad andare in mare aperto senza il salvagente della raccomandazione facile per ogni cosa?
Fiducioso ad oltranza in un futuro migliore,

Andrea Volpe