martedì 16 settembre 2008

Il sonno degli eletti.....

“L’Assemblea Regionale Siciliana vive la vigilia del federalismo leghista come un turista alle Hawaii, in attesa delle fanciulle con le ghirlande di fiori. E’ sdraiata sui suoi privilegi, i suoi risvegli sono più rari dei poveri malati in stato vegetativo da tempo immemorabile. Per non andare in depressione quelli che ci tengono sventagliano interrogazioni e disegni di legge, sapendo che né le une né gli altri entreranno nel dibattito parlamentare”.
Riprendo queste affermazioni dalla seguente pagina di SICILIAINFORMAZIONE:

http://www.siciliainformazioni.com/giornale/politica/28949/dopo-lunga-vacanza-lassemblea-siciliana-torna-aula-allordine-giorno-nulla-quasi.htm

È veramente incredibile il sonno in cui giacciono i rappresentanti siciliani eletti… dal popolo (con gli attuali sistemi elettorali anche questo è un pietoso eufemismo....) per difendere gli interessi del popolo siciliano.
Alla tradizionale omologazione al potente di turno degli eletti di destra, oggi si affianca una speculare quiescenza degli eletti di sinistra.
Qualcuno mi sa dire quali iniziative di interesse collettivo stiano portando avanti i rappresentanti eletti alle istituzioni?
Eppure siamo in un momento delicatissimo per le nostre istituzioni, che rischiano modifiche radicali per volontà di pochi portatori di interessi che sono alternativi a quelli della nostra isola!
Noi siciliani, che non siamo stati capaci di utilizzare le grandi opportunità dello Statuto Regionale e di difenderlo, adesso rischiamo di subire una riforma costituzionale della quale non ci occupiamo!

2 commenti:

Unknown ha detto...

Sono d’accordo sulla ‘quiescenza’ dei nostri deputati regionali, anche di quelli che militano (?!) nelle file del PD; farebbe bene sperare la novità di una settimana fa circa della costituzione di un governo ombra (leggi la notizia in: http://www.pinoscimeca.it/Giornali/Articoli/Governo%20ombra%20reg.htm
Ci sarebbe molto da fare anche e soprattutto nell’ambito dei lavori assembleari veri e propri: sollecitare il Presidente dell’Assemblea con lettere, interventi, proclami a mettere in discussione importanti progetti di legge; sensibilizzare l’opinione pubblica su argomenti scottanti che investono gli interessi del popolo, e nella fattispecie gli interessi del popolo siciliano; non limitarsi a fare la solita attività politica destruens, ma anche quella construens con proposte di eventuali soluzioni, chiarimenti delle problematiche, pubblicizzazione di dati di ordine politico-sociale-economico da cui emerga chiaramente l’urgenza di soluzioni a livello istituzionale; una presenza in aula continua, fattiva, vigile.
Per quanto riguarda la vera e propria discussione/approvazione delle leggi proposte dalla destra, dato che i numeri non sono un’opinione e la maggioranza della destra è schiacciante, rimane pur sempre al PD la facoltà di fare interpellanze, sensibilizzare l’opinione sui lavori assembleari; informare tutti nel caso che escano dall’assemblea leggi antilibertarie, antipopolari, antieconomiche.
Insomma io assimilerei questo tempo del Pd in Sicilia a una stagione piovosa in cui i contadini non possono lavorare la terra e farla fruttare: però Catone ammonisce che, anche durante la pioggia, non bisogna trascurare “quei lavori che si possono fare durante la pioggia: lavare le botti, spalmarle di pece, pulire la fattoria, rivoltare il grano, portare via lo sterco, fabbricare il letamaio, ripulire il grano, rammendare le funi, farne delle nuove” (De agri cultura, II, 1-3); ciascuno trovi nelle singole operazioni il parallelo riferimento specifico all’attività politica.

Pippo La Barba ha detto...

La politica è malata e anche quanti ci siamo spesi una vita per un impegno disinteressato a favore della collettività siamo delusi al punto che probabilmente andremo ad ingrossare la schiera degli astensionisti.
Tutto è in mano a manigoldi e incompetenti che hanno ben presente un solo scopo: avvantaggiarsi a scapito dei diritti di cittadinanza.
Non esistono più certezze. Nella scuola ci sono insegnanti di ruolo che rischiano seriamente il posto di lavoro, nel campo previdenziale si parla di estendere surrettiziamente il sitema contributivo a tutti i lavoratori dipendenti, anche a quelli che nel 95 avevanio maturato 18 anni di servizio. Questo significherebbe che chi va in congedo anche con il massimo percepirebbe una pensione pari al 50% circa dell'ultimo stipendio percepito.
E parliamo ancora di democrazia, partecipazione e cose di questo tipo?