venerdì 23 maggio 2008

Elezioni Provinciali 2008

Carissime Amiche e Carissimi Amici,

In seguito alle pressanti richieste della dirigenza locale del Partito Democratico e alla luce degli incoraggiamenti pervenutimi da molti di Voi, mi sono deciso a candidarmi alle elezioni provinciali di Palermo del 15 e 16 giugno.

Se la Provincia è una sede amministrativa molto importante per le decisioni che riguardano tutti i servizi dell’area metropolitana, altresì sarebbe ricco di significato riuscire ad occupare uno spazio politico, in un momento nel quale l’agibilità delle pubbliche istituzioni appare sempre più impedita alla partecipazione democratica dei cittadini.

Io, ancora una volta, metto a servizio della comunità la mia persona, nella speranza che questo venga compreso ed incontri risposte positive ed attive da parte Vostra.

Gli obbiettivi da centrare sono:
- incrementare l’affidabilità della proposta politica democratica a livello territoriale locale;
- consentirmi di rappresentarVi personalmente e senza mediazioni nell’ambito dell’Amministrazione Provinciale. Per realizzare questo secondo punto è indispensabile che io riesca ad essere il più votato della lista PD, giacché al meglio scatterà un solo seggio per Collegio.
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Il Partito Democratico mi ha candidato nel Collegio n. 5 di Palermo, che comprende la 6a Circoscrizione (quartieri CEP, Cruillas, Resuttana, S. Lorenzo) e la 7a Circoscrizione (quartieri Vergine Maria, Patti-Villagio Ruffini, Pallavicino, ZEN, Tommaso Natale-Cardillo, Sferracavallo, Partanna Mondello, Arenella). Solo i residenti in queste zone di Palermo possono esprimere la loro preferenza per me, ma tutti Voi potete contribuire a raggiungere gli obbiettivi con le iniziative che riterrete più opportune ed efficaci allo scopo.

Abbiamo di fronte solo tre settimane di campagna elettorale e chi di Voi vorrà organizzare qualcosa, per cortesia lo faccia subito.

Io rimango in fiduciosa attesa delle Vostre proposte operative, che desidero ardentemente e senza le quali so che non potremmo riuscire a realizzare nulla.

A risentirci presto, con affetto,

Andrea Volpe

lunedì 12 maggio 2008

Che fare alle prossime elezioni provinciali di Palermo?

Carissimi Amici,
Ieri mi hanno proposto di candidarmi alle elezioni provinciali di Palermo del 15 e 16 giugno prossimo nelle fila del Partito Democratico.
La Provincia è una sede amministrativa molto importante per le decisioni che riguardano tutti i servizi d’area come lo smaltimento dei rifiuti e la tipologia del loro trattamento, i trasporti nell’area metropolitana, con particolare riferimento al passante ferroviario, l’approvvigionamento idrico, la viabilità, le aree per le attività produttive, l’edilizia sociale, le iniziative per l’incremento del turismo nel nostro splendido territorio e tantissimi altri importanti servizi.
Fino a 12 ore fa, in tutta sincerità, neppure immaginavo di coinvolgermi, ma adesso alcuni insistentemente mi hanno chiesto se ancora una volta ero disponibile ad offrire alla collettività il servizio di sottopormi al giudizio elettorale.
Non ho ancora assunto nessuna decisione, anzi la mia risposta a queste sollecitazioni è ancora negativa.
Tuttavia mi riesce difficile estraniarmi dalla possibilità di essere utile alla nostra comunità, se c’è una comune convergenza di intenti.
Per questo mi sono deciso a chiedere uno per uno il parere agli amici più cari, ricorrendo anche allo strumento nuovo e potente costituito appunto da internet.
Io potrei essere candidato per il Collegio n. 5 di Palermo, che comprende la 6a Circoscrizione (quartieri CEP, Cruillas, Resuttana, S. Lorenzo) e la 7a Circoscrizione (quartieri Vergine Maria, Patti-Villagio Ruffini, Pallavicino, ZEN, Tommaso Natale-Cardillo, Sferracavallo, Partanna Mondello, Arenella) e solo i residenti in queste zone di Palermo possono esprimere la loro preferenza per me.
Ho veramente bisogno di avere il vostro parere ed eventualmente il vostro aiuto nel coinvolgere amici e parenti in questa sfida, che sinceramente aspirerei a condividere con ciascuno di voi.
Con affetto,

Andrea Volpe

martedì 6 maggio 2008

È pensabile una società separata dalla classe politica?

Siamo in un evidente crisi di disconoscimento consensuale tra società politica e società civile.
I politici operano come se la società civile non esistesse:
- si aumentano i privilegi
- moltiplicano i benefit per sé e per i loro attacchè
- eleggono parenti, amici ed amanti
- depauperano l’Italia
- fanno leggi per cui sono loro ad assegnare posti di lavoro, appalti , prebende e quant’altro sia a portata di legge…
- presto arriveranno a nominare senatori i propri cavalli, come fece Caligola, o, più modernamente, i loro cani...
- non fanno figli, perché non riescono a decidere se farli con la prima o la seconda moglie, o con qualcuna delle amanti (però sono consapevoli che non riuscirebbero a farli con qualche trans, che di tanto in tanto frequentano).

Dall’altra parte ci sono uomini e donne che vivono come possono:
- cercano di tirare a campare come meglio riescono
- pensano che il politico abbia come compito quello di fargli trovare un lavoro (…costi quel che costi…)
- disciplinatamente vanno a votare, tanto un politico vale l’altro ed è meglio votare chi la spara più grossa
- sopportano che la classe politica faccia quel che voglia senza interferire nei loro…affari
- si indignano se gli pubblicano il reddito annuo!?!, senza pensare che questo sarebbe l’unico strumento per far venire alla luce le rapine ordite dai potenti
- convivono con un’amministrazione pubblica che deliberatamente serve solo a complicare la vita e ad estorcere soldi ai cittadini
- vivono nel proprio privato, cercando di salvare se stessi ed i propri intimi
- poco male se ogni tanto ci scappa il morto per isterismo diffuso, per prepotenza, per incidente sul lavoro, per “che interessa a me che cosa fa lui..!”, ecc.
- “munnu ha statu e munnu sarà” (-mondo è stato e mondo sarà- nel senso che non cambia mai nulla) si dice in Sicilia...!
- non fanno figli, perché “in questa incertezza economica come si fa…”, ma, GUAI SE ARRIVANO GLI EXTRACOMUNITARI!


La conseguenza di questo stato di cose è che l’Italia è in una crisi culturale, che non ha mai avuto eguali.
La crisi culturale conduce subito alla crisi morale e alla crisi economica.
Siamo ormai il fanalino di coda dell’Europa occidentale (Grecia inclusa) e, se non si fa qualcosa, anche le nazioni dell’est (Slovenia, Croazia, Bulgaria, Polonia, ecc) presto ci supereranno.
Il ricordo della grande, bella e raffinata Italia rimarrà solo nei libri di storia!
Noi italiani non ci riconosciamo più, siamo un popolo di vecchi e non vogliamo più bene nemmeno a noi stessi: viviamo una profonda crisi d’identità, dalla quale non si vede modo di uscire.

Ma si può continuare così?
Dove stiamo andando?
Cosa pensiamo di fare?

Per favore, qualcuno mi smentisca e mi faccia capire che ho scritto “cazzate…..”

Andrea Volpe