lunedì 26 ottobre 2009

Brogli alle elezioni comunali di Palermo del 2007

I giudici della sezione penale del Tribunale di Palermo hanno riconosciuto che ci sono stati brogli elettorali alle elezioni comunali del capoluogo siciliano del maggio 2007.
Questo dato potrebbe aprire le porte all’annullamento di quelle elezioni!
Su questo argomento scrivo da protagonista, considerato che a quelle elezioni comunali ero candidato nelle fila della Margherita e, soprattutto, fui quello che tirai la volata alla candidatura unitaria di tutto il centrosinistra di Leoluca Orlando, essendo uscito con i manifesti per "Orlando Sindaco" già nel dicembre 2006, molti mesi prima delle Primarie, che appunto confermarono poi la scelta di Orlando quale candidato unico.
Al di là dei brogli, che oggi la magistratura sta rilevando, mi preme sottolineare che quelle elezioni furono particolarmente ingessate da un voto clientelare-assistenziale, che vide il suo sbocco naturale in un voto conservatore, comune sia alle liste di destra che alle liste di sinistra, al di là dell’età, apparentemente giovane, degli eletti.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti ed oggi siamo davanti non solo alla peggiore sindacatura della storia di Palermo, ma anche alla peggiore consiliatura mai insediatasi a Palazzo delle Aquile!
Morale della favola: non basta che i giudici stanino i consueti brogli elettorali, perchè è ancora più necessario che ci sia una scossa etica nell'elettorato palermitano, che lo affranchi dai ben noti sistemi di raccolta del consenso con metodi clientelari fondati sui favori.
Purtroppo, noi Siciliani, a causa dell’oggettiva inefficienza delle nostre strutture pubbliche, siamo abituati a chiedere un favore pure per uscire un certificato all'anagrafe!
In questo galoppini e rampanti politicanti di casa nostra trovano terreno fertile per raccogliere voti, che serviranno solo a perpetrare e ad autoalimentare questo sistema clientelare-assistenziale.
Ci vorrebbe un'autentica rivoluzione culturale: ma chi è in grado di proporla e di portarla avanti?

Sempre meno fiducioso in un’Italia migliore, non perdiamoci di vista, arrivederci a presto,

Andrea Volpe

martedì 6 ottobre 2009

Ahi serva Italia, di dolore ostello….

Fabrizio Cicchetto e Sandro Bondi chiamano il Pdl a raccolta per scendere in piazza il prossimo dicembre a difesa di Berlusconi, attaccato nella tasca col “Lodo Mondadori” e nel potere col “Lodo Alfano”!
Ma sarà veramente così: mentre l'Italia affonda nel fango, gli Italiani scenderanno in piazza per difendere gli interessi di Berlusconi, contrapposti a quelli di De Benedetti, suo rivale “in law”?
Mà! Spero che gli Italiani abbiano altro da pensare, invece che, dividendosi, prendere le parti dei due uomini più ricchi d'Italia, quali sono appunto Berlusconi e De Benedetti!
E dopo, come mai, visto che si riparla di elezioni anticipate, nessuno riprende il discorso della riscrittura di questa indecorosa e indecente legge elettorale, che è veramente alla radice della profonda crisi culturale e politica in cui versa la nostra Nazione?
Né destra né sinistra! E si, perchè è facile mandare in piazza gli Italiani di destra per difendere Berlusconi e quelli di sinistra per difendere De Benedetti, ma non sia mai… mandarli in piazza per chiedere democrazia e rinnovo della classe politica italiana!
Qui scattano subito lo spirito di corpo e l'istinto di autoconservazione della casta, che vede uniti tutti i politicanti di destra e di sinistra!
Veramente non se ne può più! E, malgrado questo, il 5 dicembre verosimilmente, vedremo fiumane di persone scendere in piazza per difendere dal complotto (!??!) Berlusconi e forse vedremo una contromossa dei "sedicenti... oppositori", che faranno scendere in piazza altre fiumane di Italiani per difendere la tasca di De Benedetti.
Non ci resta che dirla con il Sommo Poeta:

"Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave senza nocchiero in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello!"
[Dante Alighieri, Divina Commedia - Purgatorio 6,76-78]

Sempre meno fiduciosi in un’Italia migliore, non perdiamoci di vista, arrivederci a presto,

Andrea Volpe