domenica 5 ottobre 2008

Chi oggi fa politica in Sicilia?

Ormai è il ritornello ricorrente: "Tutto è nelle mani di Lombardo"!

Nella storia isolana l'unico che abbia avuto un potere così esclusivo è stato forse Silvio Milazzo, per chi se lo ricorda, e la cosa finì male, almeno per lo stesso Milazzo!

Nemmeno Governatori come Rino Nicolosi e Salvatore Cuffaro si sono ritrovati con tale carico di potere esclusivo e di responsabilità, come quello che attualmente pende sul capo di Raffaele Lombardo.

E mentre il merito non è tutto di Raffaele Lombardo, il demerito sicuramente è tutto dei politici e della politica siciliana, che si è chiusa, a destra come a sinistra, sulla salvaguardia spicciola di questo o quell'esponente politico!

Voglio sottolineare che la mia sfiducia nei rappresentanti dell’opposizione del PD siciliano non è indiscriminata, ma mi pare che tutti sperimentiamo quotidianamente che ad esser sistematicamente nulla è la risultante della loro azione politica complessiva: mentre Antonello Cracolici denuncia che a Roma il PD siciliano non gode di alcuna considerazione, Alessandra Siragusa raccoglie le firme a supporto della linea politica di Veltroni!

E, d’altra parte, quella in Lombardo è una fiducia ben riposta? Ad essere pregiudizievoli sicuramente no!

Ma è l’unica strada politica che oggi la Sicilia si trova a percorrere.

Che si può fare?

Solamente stare col fiato addosso al Governatore Lombardo e sperare bene per il futuro dell’Isola.

Purtroppo al momento non mi pare che si possa fare altro, perché sia a destra che a sinistra nessuno è in grado di creare un’alternativa!

Andrea Volpe

1 commento:

Pippo La Barba ha detto...

La Sicilia a mio parere soffre, come del resto l'intero paese, di una situazione di stallo. La sinistra in generale, come sostiene Scalfari, ha avuto una "implosione". Eventi di carattere nazionale come la costituzione del 4 ottobre a Roma del movimento della sinistra cristiana, vengono inopinatamente ignorati.
I sindacati confederali sono divisi e non rappresentano più un fronte unico a difesa dei lavoratori. La pubblica amministrazione è nel merino dei media, a volte giustamente, ma comunque in maniera indiscriminata perchè non si possono accusare sempre le retrovie se chi dirige non fa nulla per cambiare le cose.
Il governo regionale non ha un'impronta, naviga come si suol dire a vista, prgmaticamente, tuttavia non si può dire che non provi ad affrontare i problemi. E' lo specchio di quello nazionale: decisionismo senza progetto. Ma questa ricetta è sufficiente per rilanciare l'Italia?