lunedì 18 agosto 2008

Nell’attuale regime mediatico, dove televisione, giornali ed internet la fanno da padroni, esiste ancora un’opinione pubblica?

Che opinione pubblica è quella fondata sul racconto di come la pensa la maggioranza da una parte, di come la pensa la minoranza dall’altra e di quello che fa il governo?
Cioè, si può formare opinione prendendo da tre verità interessate e di parte?
E questo è il ruolo dell’informazione, cioè quello di raccontare asetticamente quello che propinano i potenti, gli unici con diritto di tribuna?
In questo modo, chi dovrebbe fare informazione, è portato a trascurare il fatto, a non analizzarlo e, in definitiva, trasmette all’opinione pubblica un’interpretazione della realtà filtrata dagli interessi della maggioranza, della minoranza e del governo.
Così l’unica opinione pubblica che si può formare è quella dettata dall’agenda del potente di turno: paradossalmente si è portati ad avere un pensiero unico proprio in nome del pluralismo e della neutralità dell’informazione!
Risultato complessivo è l’omologazione delle proposte esistenziali delle avverse parti socio-politiche e l’avanzante scomparsa di una visione di vita alternativa a quella, a sua volta ormai comune, di maggioranza ed opposizione, da tempo accomunate da una sorta d’abbraccio mediatico fondato su modelli indistinti e condivisi.
A me pare che le cose stiano così, ma sarebbe opportuno sentire altre campane….

Andrea Volpe

4 commenti:

Ciminnensis ha detto...

“In Italia non c’è un’opinione pubblica”; questo non lo dico io ma l’ha detto Nanni Moretti in una sua recente intervista. Si ritiene in genere (il vocabolario ci viene in aiuto) che l’opinione pubblica sia “il modo di vedere la realtà da parte di un’importante quota della popolazione”. Attenzione alla frase ‘vedere la realtà’, perché , dato che ‘la quota di popolazione’, che ha portato al governo il signor B., è tanto ‘importante’ da aver superato il 50 %, se ne deduce che la definizione del vocabolario, in questo caso specifico, andrebbe cambiata così: l’opinione pubblica è il modo di NON vedere la realtà da parte di un’importante quota della popolazione; la maggior parte degli Italiani infatti non vedono (non possono o non vogliono vedere) la realtà, e cioè la serie di malefatte a livello istituzionale, giuridico, economico, politico dell’attuale governo. D’altronde anche nelle file della sinistra non c’è una ‘communis opinio’, largamente diffusa e condivisa, e tale da fare maturare la coscienza e la scienza del reale. Dato quindi che i primi non vedono la realtà e agiscono secondo questa non-visione e i secondi vedono la realtà ma non operano di conseguenza, se ne deduce che in Italia non esiste un’opinione pubblica, c.v.d.
Pino.

Anonimo ha detto...

punto primo
N. Moretti , Curzio Maltese ed altri campioni della Sinistra ,nel tentativo di delegittimare il risultato elettorale affermano che esso non è espressione della Opinione Pubblica perchè la Opinione Pubblica è stata uccisa da Berlusconi ( sempre lui ) . Ci si chiede allora chi ha votato , forse una massa di insipienti immeritevoli del voto stesso . Sono questi i ragionamenti della Sinistra amica del Popolo e della Democrazia !
Punto secondo
Confrontare criticamente come la pensa la maggioranza e come la pensa la opposizione e esaminare quello che fa il Governo , a me pare sia l'unica maniera possibile per farsi una opinione e quindi anche per formare la Opinione Pubblica .

Andrea Volpe ha detto...

Mi permetto di replicare all’Anonimo qui sotto affermando che la questione, che questo post vuole prendere in esame, è il modo di fare informazione.
A tal riguardo io non dico che l'informazione non debba riguardare ciò che pensa la maggioranza, ciò che pensa l'opposizione e ciò che fa il governo! Io affermo che questa non è un’informazione completa, finché manca l'analisi del fatto in sé, sia da parte dell'informatore, sia da parte del lettore!
Inoltre non ho fatto una distinzione tra elettori di destra ed elettori di sinistra, i quali tutti insieme sono vittime di questo tipo di regime mediatico, che azzera, invece che evidenziare, le differenze tra le diverse prospettive, fino al punto da impedire la formazione di nuove prospettive.
Il vero pericolo dei nostri giorni è l'omologazione delle proposte politiche e la difficoltà di valutazione delle scelte effettuate in ambito pubblico.
Questo pericolo riguarda la destra e la sinistra messe assieme, probabilmente perché ormai “sinistra e destra” devono considerarsi categorie non più adeguate per la valutazione della politica italiana.

Andrea Volpe

Anonimo ha detto...

Gli "intellettuali" alla Moretti e Maltese, e aggiungerei il capobanda Scalfari (attenzione capobanda di intellettuali manipolatori raffinati altro che veline,Fede,e sciocchezze simili),da anni ci propinano che loro sono la "cultura", il "verbo" da ascoltare,la "strada" da percorrere.
L'amico Andrea parla solo di "regime mediatico" perchè ha vinto "l'altra parte" che,per carità,è fatta anche di farabutti,mezzi o presunti mafiosi,ma soprattutto di una stragande maggioranza di persone che non hanno rinnovato la fiducia ad un governo la cui matrice culturale resta troppo influenzata da questi campioni di laicismo-progressista che in realtà sono la minoranza nel paese.
La maggioranza nei posti culturali che contano (giornali,case editrici,scuole,università,magistratura,cinema,etc.) ma la minoranza nelle menti e nei cuori del popolo che vota.
Vox populi?