martedì 6 maggio 2008

È pensabile una società separata dalla classe politica?

Siamo in un evidente crisi di disconoscimento consensuale tra società politica e società civile.
I politici operano come se la società civile non esistesse:
- si aumentano i privilegi
- moltiplicano i benefit per sé e per i loro attacchè
- eleggono parenti, amici ed amanti
- depauperano l’Italia
- fanno leggi per cui sono loro ad assegnare posti di lavoro, appalti , prebende e quant’altro sia a portata di legge…
- presto arriveranno a nominare senatori i propri cavalli, come fece Caligola, o, più modernamente, i loro cani...
- non fanno figli, perché non riescono a decidere se farli con la prima o la seconda moglie, o con qualcuna delle amanti (però sono consapevoli che non riuscirebbero a farli con qualche trans, che di tanto in tanto frequentano).

Dall’altra parte ci sono uomini e donne che vivono come possono:
- cercano di tirare a campare come meglio riescono
- pensano che il politico abbia come compito quello di fargli trovare un lavoro (…costi quel che costi…)
- disciplinatamente vanno a votare, tanto un politico vale l’altro ed è meglio votare chi la spara più grossa
- sopportano che la classe politica faccia quel che voglia senza interferire nei loro…affari
- si indignano se gli pubblicano il reddito annuo!?!, senza pensare che questo sarebbe l’unico strumento per far venire alla luce le rapine ordite dai potenti
- convivono con un’amministrazione pubblica che deliberatamente serve solo a complicare la vita e ad estorcere soldi ai cittadini
- vivono nel proprio privato, cercando di salvare se stessi ed i propri intimi
- poco male se ogni tanto ci scappa il morto per isterismo diffuso, per prepotenza, per incidente sul lavoro, per “che interessa a me che cosa fa lui..!”, ecc.
- “munnu ha statu e munnu sarà” (-mondo è stato e mondo sarà- nel senso che non cambia mai nulla) si dice in Sicilia...!
- non fanno figli, perché “in questa incertezza economica come si fa…”, ma, GUAI SE ARRIVANO GLI EXTRACOMUNITARI!


La conseguenza di questo stato di cose è che l’Italia è in una crisi culturale, che non ha mai avuto eguali.
La crisi culturale conduce subito alla crisi morale e alla crisi economica.
Siamo ormai il fanalino di coda dell’Europa occidentale (Grecia inclusa) e, se non si fa qualcosa, anche le nazioni dell’est (Slovenia, Croazia, Bulgaria, Polonia, ecc) presto ci supereranno.
Il ricordo della grande, bella e raffinata Italia rimarrà solo nei libri di storia!
Noi italiani non ci riconosciamo più, siamo un popolo di vecchi e non vogliamo più bene nemmeno a noi stessi: viviamo una profonda crisi d’identità, dalla quale non si vede modo di uscire.

Ma si può continuare così?
Dove stiamo andando?
Cosa pensiamo di fare?

Per favore, qualcuno mi smentisca e mi faccia capire che ho scritto “cazzate…..”

Andrea Volpe

5 commenti:

Ciminnensis ha detto...

I padri della Chiesa dicevano: ‘Nulla salus extra Ecclesiam” (Nessuna salvezza fuorid ella Chiesa). Ebbene, io dico chei, data la situazione assai precaria che si è venuta a creare, gli Italiani non hanno alcuna salvezza fuori della Rete. Io sono per un uso della Rete in direzione ‘grillista’; certo senza tutte le baggianate di Grillo e senza certe sue affermazioni vacue e senza fondamento del tipo: ‘La TAV serve per fare arrivare una mozzarella dagli Urali a Madrid’. La Rete deve servire a informare tutti con chiarezza e completezza su argomenti scottanti; faccio qui qualche esemio:
dire con chiarezza quali sono le grandi promesse disattese dalla Sinistra (sicurezza, debito pubblico, conflitto di interesse);
dare informazioni su certe leggi che passano in parlamento e che, per quanto semplici e brevi, aumentano a dismisura i benefit dei nostri parlamentari, creando nel bilancio dello stato delle voragini stratosferiche;
denunciare le storture del finanziamento pubblico dei giornali, anche di quelli che nessuno legge e nessuno compra;
indicare le malefatte dei grandi gruppi finanziari (Assicurazioni, banche, etc.).
convincere dell’urgenza assoluta della discussione e approvazione di una nuova legge elettorale, scuotendo “il sonno degli…ingiusti” di sonnacchiosi e poltroni presidenti di camera e senato;
Di quanto sia importante la rete do qui un piccolo esempio; forse non tutti sanno quale sia in realtà la voragine creata alla regione siciliana. Ebbene qui c’è di che essere informati:
http://palermo.repubblica.it/dettaglio/Liquidazioni-boom-ai-deputati-buco-da-25-milioni-all%C2%BFArs/1450392
A chi deve arrivare questa informazione e altre consimili? A tutti, ma in particolare…
- agli indecisi, a quelli che ‘Io non so per chi votare’
- a quelli che ‘Tanto sono tutti gli stessi’
- a quelli che ‘La politica sporca le mani’
- a quelli che ‘Io non ho tempo per queste cazzate’
- a quelli che ‘Non mi danno il posto e io non vado a votare’
- a quelli che ‘Berlusconi è un uomo che tutto il mondo ci invidia’
(potete completare questo elenco!)

Unknown ha detto...

Condivido pienamente ... ma quale, a suo avviso, potrebbe essere la soluzione PACIFICA dei guasti che lei segnala e che tutti avvertiamo ?
Io non ho la soluzione in tasca, ma penso che se ognuno di noi compie il proprio dovere nella posizione in cui si trova, oltre a dare un buon esempio, potrà contribuire a rendere più bello il BEL PAESE - Enzo

Ciminnensis ha detto...

La mia, caro Vicenzo, non è una soluzione PACIFICA, ma consiste nel conoscere e far conoscere a TUTTI certe realtà turpi e nascoste del nostro sistema politico-economico-finanziario; ora il conoscere e far conoscere è un atto RIVOLUZIONARIO, perchè sarebbe stupefacente che da una tale conoscenza derivasse la scelta del non-voto o, peggio, di un voto dato un partito fatto di uomini beceri e arroganti.

Pippo La Barba ha detto...

Condivido i punti snocciolati da Andrea, anche se sono allergico al termine "società civile", che mi sa di slogan e che comunque non contrapporrei ad una fantomatica "società incivile" per il semplice fatto che mi rifiuto di definire società il reticolo criminale e mafioso.
Mi soffermo su un solo punto, da cui dipendono secondo me tutti gli altri.
Nella nostra società è purtroppo venuto meno il principio di responsabilità.
Lo vediamo innnanzitutto nelle famiglie, dove genitori sempre più impauriti e disorientati cedono spesso alle richieste dei figli contribuendo in tal modo a preparare loro un futuro sempre più grigio e anonimo.
Lo vediamo nella tanto vituperata amministrazione pubblica, dove il dipendente che vuole innovare si trova di fronte un muro di gomma costituito da mezzi tecnici obsoleti e da dirigenti privi di cultura manageriale.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo sul fatto che il movimento femminista non abbia detto una sola parola sul caso Garfagna, ma non in difesa della Garfagna ma in difesa delle donne: infatti il movimento avrebbe dovuto dire che una donna è diventata ministro non per le proprie capacità intellettive ma per altro. La Guzzanti ha solo detto quello che 3/4 di italiani pensano.
Con stima
p